La Villa di Gruffieto fu costruita dalle famiglie Fabroni e Baldesi di Marradi tra il 1691 e il 1695, anche se in una lapide incastonata su uno dei muri che affaccia sul cortile interno è indicata come data di fondazione il 1770. La famiglia Fabroni , una delle più nobili di Marradi, dove possedeva numerosi palazzi, ville e fattorie, fu per secoli fedele ai Medici di Firenze e costruì questa dimora padronale al centro di un possedimento di circa 30 poderi.

Il complesso è costituito dalla villa stessa, di notevoli dimensioni e articolata in diversi spazi; una cappella per il culto religioso; uno stabile in origine adibito a dimora dei contadini con stalle e locali di servizio; un fabbricato rurale che fungeva da fienile e stalla; una burraia in cui veniva preparato il burro e si lavorava il latte e un’ulteriore costruzione dove sono localizzati il forno e un seccatoio per castagne.

Presumibilmente, la Villa fu costruita sulle rovine di una casa già esistente come testimoniato dallo statuto del 1400. Sebbene sorga in posizione isolata, in una vallata che fino al Dopoguerra era raggiungibile solo in sella a cavalli, la Villa ha avuto sempre notevole importanza, sia perché centro di un bacino agricolo al quale facevano capo molti poderi, sia perché posta nelle vicinanze delle mulattiere che collegavano Marradi e Palazzuolo sul Senio, ma anche perché vicina a Gamberaldi e Badia di Susinana (nel cimitero del complesso monastico di Badia di Santa Maria a Susinana venne seppellito il condottiero Maghinardo Pagani, ricordato da Dante nel canto XXVII dell’Inferno). Per tale motivo fu sempre molto frequentata, anche da personalità di rilievo.

Tra i molti personaggi che la Villa ha ospitato nella sua lunga storia quello di maggior spicco è sicuramente Gaspare Finali, umanista e politico nato a Cesena nel 1829 e deceduto a Marradi nel 1914: fu senatore del Regno, più volte ministro e per 14 anni Presidente della Corte dei Conti. Anche il famoso poeta marradese Dino Campana, uno dei maggiori letterati del ‘900, nel suo continuo vagabondare tra i monti, spesso capitava e si fermava alla Villa di Gruffieto intrattenendo gli abitanti che, seduti nel parco divertiti, lo ascoltavano mentre declamava i suoi versi.

Nel 1938 la Villa fu venduta con i poderi circostanti dall’ingegner Agnolozzi, ultimo erede della famiglia Fabroni, alla famiglia Tolone di Firenze. Nel primo Dopoguerra la proprietà passò di mano e fu acquistata dal conte Annibale Ferniani di Faenza e, successivamente dalla cooperativa Agricola Badia di Susinana.

Nel 1996 la proprietà passò alla signora Scalini Scala di Firenze e due anni dopo la Villa fu acquisita dalla famiglia Trioschi di Bagnacavallo che ne ha iniziato il lungo e delicato restauro. E’ proprio grazie ad un’idea di Trioschi Germano e dei suoi figli che oggi la Villa è rinata e torna a far respirare il fascino di un tempo.